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Pramaggiore

Pramaggiore è situata nella parte nordorientale della Città Metropolitana di Venezia al confine con il Friuli Venezia Giulia; è attraversata da nord a sud dal Loncon, un piccolo fiume di risorgiva.
Definita in passato come il “vigneto della Serenissima” in cui i dogi al tempo della dominazione veneziana arrivavano per rifornirsi dei vini, Pramaggiore oggi è Città del Vino e cuore della produzione dei vini DOCG e DOC Lison Pramaggiore. “Fertile di biade et vini” affermava lo storico friulano Jacopo Valvason di Maniago nel 1568, confermando la vocazione vitivinicola plurisecolare di questo territorio.
Pramaggiore non è solamente terra di pregiati vini: sono molteplici le testimonianze storiche e culturali disseminate nelle varie località del territorio e numerosi sono anche gli angoli ancora nascosti di interesse naturalistico. Di grande pregio è il complesso architettonico di Villa Dalla Pasqua, nella frazione di Belfiore, circondata da un suggestivo parco che include il Museo etnografico all’interno del mulino, la villa padronale dell’Ottocento e l’edificio più antico della Castellina.
Il Comune propone durante tutto l’anno un’offerta culturale variegata: dall’arte agli spettacoli musicali, fino agli eventi enogastronomici.

Storia locale

Pramaggiore sorge in un’area in cui sono attestati insediamenti risalenti già al periodo tra il 1600 e il 1300 a.C. come testimoniato da alcuni reperti litici rinvenuti nella località di Prabedoi.
E’ nel II secolo d. C. che si riscontrano insediamenti più rilevanti con l’arrivo dei romani e la centuriazione del territorio di cui rimangono ancora oggi diversi tratti stradali: ad esempio, via Roma (Callalta) ricalca un decumano dell’antica divisione agraria e risulta perpendicolare a quelli che erano i cardi (le attuali vie Verdi, Comugne, Strada Provinciale 65, Stradone, S. Francesco, Madonna della Salute e Mazzalogo). Nel territorio sono stati ritrovati diversi reperti archeologici testimonianti la presenza dei romani.
A partire dal Basso Medioevo diventa importante lo sfruttamento delle acque del fiume Loncon: le giurisdizioni locali, infatti, costruirono diversi mulini ad acqua (erano ben sei nel XVI secolo) per la macinazione dei cereali che ne ha caratterizzato a lungo l’economia locale. Oggi molti di questi sono in rovina, hanno cambiato destinazione d’uso o non sono più esistenti, ad eccezione del Mulino di Belfiore restaurato e trasformato nel “Museo etnografico delle arti molitorie e delle coltivazioni cerealicole”. Fino al XIX secolo l’estensione territoriale del Comune non era quella odierna in quanto le varie frazioni costituivano comunità autonome e sotto diverse giurisdizioni feudali ed ecclesiastiche.

Il nome Pramaggiore compare per la prima volta in un documento del 1225 accertando l’esistenza di una comunità rurale dipendente politicamente dal Patriarcato di Aquileia ed ecclesiasticamente dalla Diocesi di Concordia. Il toponimo “Pramaggiore” (pratus major) farebbe riferimento a una grande estensione prativa in questa località circondata da una fitta selva che la caratterizzava in passato e gradualmente ridotta a partire dall’arrivo dei
romani fino al XV secolo. Le località di più antica origine sarebbero quelle di Salvarolo e Blessaglia. La prima si trova citata per la prima volta nel 1016 ed era un antico feudo della chiesa di Aquileia controllato dalla famiglia dei Salvarolo, mentre la seconda viene citata la prima volta in un documento del 762 e nel 888 era un piccolo insediamento monastico che nel XIII secolo diventa feudo della famiglia della Frattina. Altra località di antica origine è quella di Belfiore, in passato denominata con il nome tedesco di Steinbach, in cui già dal XV secolo (ma forse anche qualche secolo prima) ritroviamo un mulino ad
acqua e una villa padronale. Con l’arrivo di Napoleone e la dominazione francese, nel 1806 le località di Pramaggiore, Blessaglia, Salvarolo, Belfiore vennero accorpate in un solo Comune che venne denominato Pramaggiore.

Contesto naturalistico

Il territorio di Pramaggiore conserva ancora oggi alcuni angoli di pregio naturalistico.

Ad esempio, si possono percorrere alcuni tratti dell’argine del fiume Loncon caratterizzati da alberature e siepi ripariali. Particolarmente pregevole dal punto di vista ambientale è l’area del fiume attorno al Mulino di Belfiore contornata dal parco della villa con alberi secolari e gelsi un tempo utilizzati per l’allevamento dei bachi da seta.

Inoltre, si possono anche incontrare alcuni lembi dell’antico bosco planiziale che in passato ricopriva tutto il territorio del Veneto Orientale. Questi piccoli boschi (l’area SIC/ZPS di Bosco Zacchi, il Bosco di Belfiore, il Bosco Le Comugne) costituiscono un importante habitat di specie vegetali e faunistiche.

Ricchezza enogastronomica

Il paesaggio caratterizzante del Comune di Pramaggiore è rappresentato da quello vitivinicolo che ha reso Pramaggiore “Città del Vino”. 
Durante tutto l’anno vi sono ottime occasioni per scoprirne le eccellenze, a partire dalla rinomata rassegna primaverile “Cantine Aperte”, durante la quale si può partecipare a visite guidate e degustazioni, oltre a poter acquistare direttamente nelle aziende produttrici i vini più caratteristici ma anche prodotti gastronomici tipici. Altro evento importante è quello della Mostra Nazionale dei Vini, con la Mostra Nazionale Campionaria e il Concorso Nazionale, che si svolge in aprile durante i festeggiamenti di San Marco. 
Numerose sono anche le sagre paesane nelle frazioni, che permettono di scoprire i prodotti agroalimentari locali: la Sagra delle Rane a maggio nella località di Comugne, la Sagra della Soppressa di Belfiore a luglio, la Sagra “Poenta e Osei” di Blessaglia a settembre e la Festa d’Autunno di ottobre a Comugne. Fra i prodotti gastronomici tipici del territorio si può menzionare anche il Lengual: si tratta di un insaccato simile al cotechino che contiene al suo interno la lingua salmistrata del maiale aromatizzata e insaporita.